Alma Llanera (arr. Ipanema duo)

 

E’ l’arrangiamento di una canzone scritta agli inizi del ‘900 che originariamente faceva parte di una “zarzuela”,  (operetta di origine spagnola risalente al XVII secolo). Il brano è poi diventato popolarissimo in tutto il Venezuela tanto da essere considerato tutt’ora come un inno nazionale. Il titolo vuole essere un omaggio ai “llaneros” ovvero agli abitanti della regione occidentale di quel paese (spesso allevatori o semplicemente cowboys) che hanno contribuito molto ad arricchire il patrimonio culturale e musicale del popolo venezuelano tramandandone oralmente le melodie, le canzoni e i ritmi soprattutto attraverso l’uso dell’arpa e del canto. Nella parte finale l’accompagnamento della chitarra imita, a tratti, quello del cuatro: piccolo strumento a 4 corde tipicamente autoctono (accordato la1, re2, fa#2 e si1) , usato soprattutto per accompagnare le danze più vivaci e ritmate.

                                              

 

 

Pequena suite brasile (Prima incisione assoluta)

 

In quest’opera, il compositore, musicoterapeuta ed etnomusicologo Alberto Chicayban compie una riuscita sintesi di alcuni tra gli stili musicali più interessanti della sua terra, il Brasile. 

Il maxixe è uno stile musicale afro brasiliano di origine urbana nato a Rio de Janeiro verso il 1870, associato ad una danza. Dopo una fase iniziale, nella quale veniva suonato fondamentalmente con la chitarra ed il flauto, il maxixe ha preso corpo grazie a pezzi composti per pianoforte, banda, orchestra e canto ed è così arrivato al teatro di varietà brasiliano. Alla fine dell'Ottocento sono apparsi i primi spartiti nei quali le case editrici riconoscevano il nuovo stile con il nome maxixe, genere inciso per la prima volta attorno al 1902 dalla compagnia discografica Casa Edson di Rio de Janeiro. L'evoluzione del maxixe, genere che oltretutto costituisce sicuramente la base del samba, lo ha portato anche in Europa con grande successo nella Parigi della prima decade del '900.

Per quanto riguarda la valsa carioca, ci sono elementi storici che rendono possibile datare l'esistenza del valzer in Brasile nel 1816, forse come risultato dell'arrivo del direttore e compositore austriaco Sigismond Von Neukomm, discepolo di Haydn. Nonostante l'iniziale legame con la corte a Rio de Janeiro, il gusto del valzer si è diffuso, negli anni, anche fra la popolazione semplice e fra i musicisti di tutte le tendenze, dall'area colta a quella popolare, fino a guadagnare un volto diverso dalla propria origine europea, di profilo meno adatto al ballo e, al contempo, teso verso l'espressione affettiva o sentimentale, più vicina al virtuosismo dei choros ed alla tradizione del canto spontaneo della gente.

Nato agli inizi del ‘900 a Recife, capitale dello stato brasiliano di Pernambuco, il frevo è uno stile musicale ritmicamente complesso, apparentemente simile ad una marcia veloce capace di presentare a volte un certo grado di difficoltà per chi lo esegue tanto da essere considerato una danza acrobatica che prevede inoltre l’utilizzo di colorate coreografie. L'evoluzione dello stile ha determinato la distinzione fra il frevo de rua, irruento, genere strumentale con andamento veloce, suonato da bande in genere composte da un numero rafforzato di ottoni (con la finalità di stimolare la frenesia del ballo) e il frevo de bloco – meno veloce e cantato in maniera spontanea con l'accompagnamento di chitarra, cavaquinho,(piccolo strumento a quattro corde) flauto e piccola percussione – destinato a fare divertire le famiglie in maniera meno esuberante all'interno di compagnie dette, appunto, blocos.

 

Ba-Rock (arr. Ipanema duo)

 

Il titolo del brano trae origine direttamente dall’intento con il quale è stato concepito, ovvero quello di cercare una ipotetica fusione tra la musica barocca e la musica rock, due generi così lontani nel tempo eppure così fortemente accomunati dalla linearità ritmico-armonica e dalla grande energia che trasmettono. Questa operazione di contaminazione che nell’attuale gergo pop potrebbe definirsi una sorta di  “medley”, è condotta accostando e collegando tra loro brani appartenenti al repertorio Bacchiano a brani scritti da famosi gruppi rock tra la metà degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90.

Dall’ Allemanda tratta dalla suite per flauto solo in La minore BWV 1013 infatti, si passa prima a  Fade to Black poi ad Unforgiven, (o frammenti di esse) due canzoni scritte da James Haetfield e Kirk Hammet, musicisti appartenenti ai “Metallica”, celeberrima formazione Heavy Metal degli anni ‘80 e ‘90. Successivamente è la volta della Bourrée per liuto (BWV 996) nella versione rivisitata in chiave swing e poi rock da Ian Anderson, cantante e flautista dei “Jethro Tull”, uno dei più importanti gruppi rock degli anni ’70.

La scelta del brani e le modalità con cui vengono arrangiati e collegati tra loro sono il frutto della ricerca personale e del nostro gusto musicale, teso in questo caso a creare un moderno percorso nel quale brani di Bach, Metallica e Jethro Tull si fondono stilisticamente e strutturalmente in un unico discorso musicale senza perdere continuità tematica e impatto espressivo.

 

Badinerie (arr. Ipanema duo)

 

Si tratta dell’ultimo tempo della suite orchestrale n.2 in Si minore BWV 1067 che viene qui  riarrangiata per soli due strumenti immaginando però che la chitarra si debba sostituire ad  un’orchestra non barocca, bensì gitana; l’accompagnamento quindi è estremamente concitato, carico di quegli accenti e quelle ruvide sferzate ritmiche che caratterizzano i brani della musica zigana est europea.

 

Bordel 1900, Escualo (arr. Ipanema duo)

 

Il primo brano, originale per flauto e chitarra, è tratto dalla suite “Histoire du tango” dove Piazzolla ripercorre l’evoluzione stilistico musicale di questo fenomeno culturale oltre che musicale: bordel ‘1900 infatti è il primo tempo di questa suite (seguono Café 1930, Night club 1960, concert d’aujourd’hui) che racconta di quella fase iniziale nella quale il tango costituiva la musica di “sottofondo”  dei bordelli di Buonos Aires.

Escualo invece, scritto originariamente da Piazzola per il suo quintetto, appartiene ad una fase posteriore nella quale il compositore viene affascinato ed influenzato da alcune istanze della musica contemporanea (infatti, è stato allievo della famosa insegnante di composizione Nadia Boulanger a Parigi, che ha avuto come discepoli Gershwin, Aaron Copland, Philip Glass e Leonard Bernstein): questo spiega la ragione per la quale il brano è interessante non solo per la bellezza dei temi, ma anche per l’aspetto ritmico. Allo scopo di mettere in ulteriore risalto questa caratteristica, l’arrangiamento si avvale di alcuni effetti percussivi da parte della chitarra, e di distorsione da parte del flauto che rimandano alla prassi esecutiva più ruvida e ossessiva della musica rock.

 

SUITE IN BLUES (prima incisione assoluta)

 

La composizione di presenta divisa in quattro tempi, che per la loro denominazione e agogica richiamano chiaramente la struttura della suite barocca. È nel contenuto invece che si manifesta lo stile personale del compositore caratterizzato da una parte da una scrittura estremamente raffinata, dall’altra da una sensibilità viva e ricercata che, pur attenta alle evoluzioni della musica contemporanea, rifiuta gesti provocatori e inquietanti per rifugiarsi in un’autentica e delicata vita interiore.

L’incipit del preludio, dal carattere pacato e introduttivo, è costituito da una cellula in sincope che verrà poi elaborata e sviluppata con originalità anche nei tempi successivi. Lo Swing appartiene al jazz classico dal carattere un po’ scanzonato; il larghetto è una pagina meditativa mentre velocissima è la giga finale che ripercorre gli stilemi classici dell’antica danza.